Il “negro letterario” va ufficialmente bandito

Il Consiglio rappresentativo delle associazioni delle persone di colore in Francia spiega di aver ottenuto un risultato positivo, lo scorso giovedì 16 novembre, presso il ministero della Cultura, per l’abolizione della formula “negro letterario”. Questa formula, d’ora in avanti, deve essere rimpiazzata da “prête-plume”.
È la lingua che deve assicurare l’uguaglianza nella nostra società? Se il nostro linguaggio è considerato da alcune femministe come “discriminante” considerando le regole di grammatica che danno prevalenza al genere maschile, un’espressione francese è stata riconosciuta come “razzista”, con la formula “negro letterario”. Ieri, giovedì 16 novembre, il Consiglio rappresentativo delle associazioni delle persone di colore in Francia (Cran) spiega di aver ottenuto un risultato positivo presso il ministero della Cultura per rimpiazzare questo termine, che giudica inappropriato, rispetto a quello di “prête-plume”. Contattato da Le Figaro, il Ministero non dà alcuna conferma ma dice che sta valutando la questione.
“Il 13 novembre 2017, il Cran ha ricevuto una lettera di Loïc Depecker. Il delegato generale della lingua francese e delle lingue della Francia indicava a Louis-Georges Tin (presidente del Cran) che il ministro della Cultura aveva accettato la proposta del Cran, la quale aveva l’obiettivo di rimpiazzare l’espressione “negro letterario” con “prête-plume”, si legge nel comunicato pubblicato sul sito del Cran. Cominciata nel marzo del 2017, su iniziativa di Nelly Buffon, fondatrice del sito enviedecrire.com, questa battaglia linguistica portata avanti dall’organizzazione antirazzista e anticolonialista non è nuova”.
Prête-plume e scrittore fantasma
Nel 2014, l’associazione otteneva un risultato positivo per far rinominare le pasticcerie “negro” e “muso nero”. Questa sua crociata linguistica la porterà inoltre a far cambiare il nome di “ballo negro” e quello di “prima piantagione”. Una “vittoria” per il Cran, che spiega il ruolo essenziale della lingua francese nei cambiamenti e nelle evoluzioni della nostra mentalità.
“ Nel momento in cui la Francia dibatte sulla necessità di lottare contro il sessismo nel linguaggio, il Cran ricorda che bisogna parallelamente sradicare il razzismo di cui il linguaggio è purtroppo un vettore. Qualche settimana fa, il Cran combatteva contro le statue colonialiste, bisogna anche lottare contro le parole colonialiste, le quali finiscono per formattare e penetrare gli animi”, conclude Louis-Georges Tin in un comunicato del Cran.
Preso dal termine spagnolo negro, “persona di razza nera” fin dal quindicesimo secolo, il termine “negro” trova direttamente le sue origini nel passato schiavista e coloniale del nostro paese. Nel diciottesimo secolo, il “negro” utilizzato a volte come aggettivo per descrivere un “marrone scuro” e altre volte come sostantivo per designare un “nero impiegato un tempo in alcuni paesi caldi come schiavo”, prende una nuova dimensione. Questa volta letteraria.
Dei “negri” al cinema, in musica e in chimica
Così come nota il sito France Terme (dati della Delegazione generale della lingua francese e delle lingue della Francia del ministero della Cultura), “negro” designa “la persona incaricata di scrivere un testo pubblicato con la firma di un’altra persona”. Il suo uso verrà conservato in questo senso, precisano i terminologi, rimpiazzandolo a volte col suo equivalente inglese “ghost writer”. E questo anche dopo il 1848, nonostante che si tratti della data dell’abolizione della schiavitù nelle colonie. E non soltanto in letteratura!
Si trovano in effetti numerose definizione del termine “negro” come lo nota il Tesoro della lingua francese. Per citarne alcune: “colore marrone scuro”, “soluzione nella quale si fa la liquidazione della pasta di sapone e che diventa marrone” in chimica, “aria, musica africana” in musica o ancora “pannello nero che intercetta la luce dei proiettori” al cinema.
Si notano così tante espressioni nell’utilizzo corrente, come la locuzione colloquiale “un combattimento di negri in un tunnel” (“evento che si svolge nell’oscurità”, per estensione “cosa oscura, incomprensibile, intellegibile”) o “Negro-bianco”, ovvero “[parlando di un testo] redatto con termini ambigui che prevedono ognuna delle parti”. Dei significati impiegati tutti nel ventesimo secolo.
Aimé Césaire prenderà spunto peraltro dal termine “negro” per dare un nome al suo movimento letterario “negritudine”, corrente che definisce “l’insieme dei valori propri alle culture e civiltà dei popoli di razza nera”.
Considerando questo passivo, è stato proposto, dopo consultazione dei membri della Commissione di arricchimento della lingua francese, indica France Terme, che “prête-plume” si sostituisce al termine “negro”. Una locuzione che, in funzione dei contesti, potrebbe ugualmente essere rimpiazzata con “autore o scrittore o piuma fantasma”, oppure “autore o scrittore o piuma nell’ombra”.

Fonte: lefigaro.fr, 17/11/2017

Traduzione: Francesca Corsetti, stagista presso l'OEP